periartrite scapolo-omerale

Quando si utilizza il termine generale di “periartrite” si vuole indicare una patologia infiammatoria che colpisce uno o più tessuti peri-articolari, ossia tutte quelle strutture anatomiche che sono presenti laddove vi è un’articolazione. Queste strutture possono comprendere, ad esempio, i tessuti fibrosi, la capsula articolare, i tendini, i muscoli, i legamenti e le borse sinoviali.

In questo paragrafo voglio approfondire le caratteristiche della periartrite più comune che colpisce l’articolazione scapolo-omerale presente nella spalla.

 

La spalla di ogni essere umano si presenta come un complesso di articolazioni (5 in totale) che permettono tutta una serie di movimenti caratteristici delle nostre braccia e, in questo complesso, l'articolazione scapolo-omerale è di fondamentale importanza sia per una buona mobilità che per una buona stabilità e funzionalità dell’arto.

 

Non esistono delle vere e proprie cause scatenanti della periartrite, tuttavia alla sua insorgenza concorrono diversi fattori. I più caratteristici sono: 

  • Età oltre 40 anni;
  • Sesso femminile;
  • Cadute e traumi accidentali di qualsiasi origine;
  • Lavori usuranti e discipline sportive in cui si compiono movimenti continui e sforzi ripetuti con le braccia che vanno a stressare in maniera esagerata le varie strutture anatomiche (muratori, meccanici, donne delle pulizie, tennisti, pallavolisti, giocatori di baseball);
  • Infortuni passati come lussazioni, fratture ossee, tendiniti della cuffia dei rotatori, sinoviti e infiammazioni della cartilagine articolare;
  • Posture errate;
  • Malformazioni genetiche della spalla e della colonna vertebrale (scoliosi).

Elencate le cause più comuni della periartrite, passo ora ad illustrarvi quali sono i sintomi più caratteristici. Il principale sintomo di questa patologia è naturalmente il forte dolore alla spalla diffuso, sordo, non ben definito, che compare nell’esecuzione di alcuni movimenti della vita quotidiana. Inoltre, questa infiammazione comprende una serie di diversi segni, più o meno percepibili, a seconda della struttura anatomica colpita, tra cui ricordo: 

  • Rigidità dei distretti muscolari interessati;
  • Gonfiore della parte;
  • Arrossamento;
  • Sensazione altalenante di calore: più si userà la spalla interessata e più aumenterà tale percezione;
  • Ridotta capacità motoria in tutti i piani dello spazio.

Solitamente l’infiammazione e il dolore iniziano in maniera graduale (una sorta di fastidio generalizzato) per poi crescere costantemente nel tempo fino a diventare insopportabile arrivando a limitare, negli stadi più avanzati, la mobilità dell’arto stesso. Pensate che attività (anche molto semplici) come pettinarsi, allacciarsi le scarpe, guidare o portare il braccio dietro la schiena possono diventare molto complicate da compiere o persino impossibili nei casi più invalidanti!

 

Durante la notte, può capitare che il dolore si faccia più forte impedendo di dormire appoggiati sulla spalla malata o addirittura in posizioni che non influenzano nemmeno la spalla: questo fattore è proprio caratteristico di una problematica di tipo infiammatoria.

Non solo possono essere limitati i movimenti attivi, anche quelli passivi sono resi molto difficoltosi negli stadi più avanzati, rendendo la riabilitazione di questa patologia piuttosto lenta.

 

Tra le forme più comuni e più invalidanti di periartrite ricordo la cosiddetta “Spalla Congelata” (dall’inglese Frozen Shoulder), ossia una capsulite adesiva che si manifesta solitamente dopo un grave trauma diretto alla spalla e che produce forte dolore e rigidità: se non riconosciuta e trattata in tempo può anche comportare deficit articolari permanenti!

 

Come è possibile capire se si è affetti da questa patologia?

Il mio consiglio è quello di recarsi subito da un fisioterapista non appena si manifestano i primi sintomi, al fine di valutare la qualità di esecuzione dei movimenti articolari e la vostra situazione nel complesso.

Se la problematica persiste da tempo, per approfondire meglio la valutazione è sempre opportuno far ricorso ad alcuni esami strumentali come un’ecografia, per individuare i tessuti molli infiammati/lesionati, e ad una radiografia che consente di indagare le strutture ossee e di evidenziare la presenza di eventuali calcificazioni e grado di artrosi.


Affrontiamo ora la parte relativa al trattamento fisioterapico a cui una persona andrà in contro. Premetto che non esiste un approccio specifico alla cura della periartrite. Esso dipende sia dalla causa scatenante, sia dalla gravità della sintomatologia, sia da quanto il dolore stesso influisce sulla vita del paziente.

 

Qualunque sia l’entità della patologia, l’obiettivo primario è in ogni caso la riduzione dell’infiammazione e del dolore: cicli di terapie fisiche come Laser ad Alta Potenza, Tecar e Ultrasuoni possono rappresentare delle valide soluzioni iniziali (senza dimenticare, se possibile, il riposo assoluto da qualsiasi attività sportiva e lavorativa).

Ridotto il processo infiammatorio e il dolore, la seconda fase della riabilitazione comprenderà: 

  • Mobilizzazioni inizialmente passive, poi attive/assistite, della spalla per il recupero della completa articolarità nel minor tempo possibile;
  • Manipolazioni manuali per eliminare eventuali blocchi articolari;
  • Trattamento decontratturante di tutti i distretti muscolari interessati al fine di migliorare l’elasticità dei tessuti;
  • Esercizi di rinforzo di tutti i muscoli che compongono la cosiddetta “cuffia dei rotatori” per poter sopportare meglio tutti gli sforzi della vita quotidiana;
  • Rieducazione al cosiddetto “gesto atletico-specifico” nel caso di soggetti che praticano sport come ad esempio tennis, golf e pallanuoto.

Voglio precisare che il trattamento fisioterapico ha degli ottimi risultati se vi sottoponete alle cure fin dalla fase acuta della patologia, o comunque in un lasso di tempo relativamente breve. Se trascorrono diverse settimane, o addirittura mesi, dal suo esordio prima che vi sottoponiate ad una visita, la patologia ormai cronicizzata può essere molto difficile da risolvere.

In queste situazioni, abbinato alla riabilitazione e in accordo con un ortopedico, è possibile effettuare un ulteriore approccio terapeutico moderatamente più invasivo: infiltrazioni di corticosteroidi direttamente nell'articolazione sofferente. I corticosteroidi sono dei potenti farmaci antinfiammatori e l’iniezione direttamente in articolazione offre un importante effetto antidolorifico; ma attenzione: se usati impropriamente o per lunghi periodi di tempo, i corticosteroidi hanno spiacevoli effetti collaterali in primis la degenerazione della qualità dei tendini.

 

Nei casi più gravi, in cui il trattamento fisioterapico e le infiltrazioni non hanno raggiunto esiti soddisfacenti, è previsto l'intervento chirurgico considerato comunque come soluzione estrema a cui ricorrere solo dopo aver provato tutti i rimedi precedentemente elencati.

 

Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.