Tutti noi abbiamo sentito almeno una volta nella vita l’espressione “Gomito del tennista”; ma cosa si nasconde dietro questa definizione cosi curiosa? Il vero nome di tale patologia è “Epicondilite”, differente dall’ “Epitrocleite” che viene invece soprannominata “Gomito del Golfista”.
L’epicondilite è un’infiammazione dolorosa dovuta generalmente ad un sovraccarico funzionale o ad una degenerazione dei tendini dei muscoli
epicondiloidei. Questi muscoli, localizzati nella regione laterale del gomito, originano dall’ epicondilo omerale, decorrono lungo l’avambraccio e si inseriscono in diversi punti del polso e
della mano dove hanno la funzione di estendere sia il polso che le dita.
Si tratta di una patologia molto comune diffusa soprattutto in età compresa tra i 35 e 60 anni. È definita “gomito del tennista” in quanto è proprio nel gioco del tennis che,
durante il movimento continuato di polso e gomito con la racchetta, vengono influenzate maggiormente le strutture muscolo-scheletriche interessate dal disturbo.
Oltre ai soggetti che praticano questo sport, l’epicondilite può colpire prevalentemente persone che svolgono attività manuali ripetitive (muratori,
imbianchini, meccanici, prolungato utilizzo del pc, donne che svolgono faccende di casa) o che praticano attività di pesistica in palestra. In casi minori, l’infiammazione può
svilupparsi non solo in conseguenza a movimenti stressanti, ma anche dopo un grave trauma diretto del gomito (incidenti, fratture) che lacera alcune fibre
muscolo-tendinee.
Negli stadi più avanzati, quando il paziente trascura la problematica per diverso tempo senza curarsi, è facile che si creino anche
delle calcificazioni tendinee, con conseguente aumento dei disturbi.
Solitamente, i sintomi più tipici dell’epicondilite sono:
Come accennato, il gomito del tennista si manifesta quando i tendini dei muscoli che originano dall’epicondilo laterale si infiammano.
Il dolore dal gomito può estendersi alle fibre muscolari dell’avambraccio e, nei casi più gravi, fino alla parte dorsale della mano rendendo così quasi impossibili anche i gesti più semplici. Non solo durante l’uso, può accadere che il dolore si presenti anche quando il braccio è a riposo, oppure di notte: tale sintomatologia è proprio caratteristica di un processo infiammatorio in corso.
Ma come si cura questa patologia cosi fastidiosa?
Generalmente l’epicondilite diviene molto ostica se non presa in tempo. Sconsiglio vivamente il trattamento mediante i classici medicinali antinfiammatori in quanto il più delle volte sono dei semplici pagliativi che mascherano solo temporaneamente i sintomi, ma senza aggredire davvero la causa della patologia. Il mio consiglio è di contattare subito un fisioterapista con il quale programmare delle sedute per risolvere al più presto il problema ed evitare così fenomeni di cronicizzazione o ricadute (molto comuni in caso di epicondilite) che possono allungare di molto la guarigione.
In attesa del controllo fisioterapico, i primi rimedi che potete applicare in fase acuta sono: allontanare innanzitutto le cause del dolore (racchetta da tennis, lavoro manuale intenso e così via) in quanto avrebbero solamente come effetto il riacutizzarsi della sintomatologia e, nello stesso tempo, applicare la borsa del ghiaccio sulla zona dolorosa per 15/20 minuti 3 volte al giorno.
Una volta giunti dal fisioterapista, in base alla gravità della patologia, il trattamento può consistere in:
Qualora questo disturbo vi perseguiti già da più di due mesi circa, il mio consiglio è quello di eseguire sempre una semplice ecografia muscolo-tendinea al fine di valutare la presenza o meno di calcificazioni ed impostare meglio il vostro percorso di trattamento.
Inoltre, se l’epicondilite è dovuta al vostro lavoro di tutti i giorni ed è impossibile fermarsi, oltre alle regolari sedute di fisioterapia consiglio anche l’utilizzo di un piccolo tutore (reperibile in tutti i negozi ortopedici) che aiuta a scaricare meglio i punti di tensione.
Non allarmatevi se durante le sedute i miglioramenti saranno piuttosto piccoli: essendo “il riposo” la prima regola da applicare in casi come questi, è anche vero che le braccia e le mani sono fondamentali nella vita di tutti i giorni e di conseguenza, utilizzandole spesso, è impossibile lasciarle davvero a riposo. I tendini infiammati hanno così più difficoltà a guarire e ciò si ripercuote su una tempistica di miglioramento più lenta.
Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.