Una distorsione di caviglia è un infortunio con il quale vengono interessati, in questo caso, alcuni legamenti che sostengono la caviglia. Questi legamenti hanno il compito di dare stabilità all’articolazione durante tutti i movimenti del piede nei vari piani dello spazio. Dare stabilità significa che devono impedire alla caviglia di rendersi protagonista di movimenti eccessivi, non fisiologici, fuori dalla norma e che potrebbero provocare danni anche alle ossa circostanti.
Le ossa che compongono l’articolazione della caviglia, cosiddetta “Articolazione Tibio-Tarsica”, sono in tutto tre: Tibia, Perone e Astragalo le quali si articolano al Calcagno grazie all’articolazione astragalo-calcaneare. L’apparato legamentoso del collo del piede può essere distinto in:
Si stima che solo in Italia ci sono circa diecimila traumi distorsivi alla caviglia, rendendo questa tipologia di distorsione una tra le più frequenti nello sport, ma anche nella vita quotidiana.
Gli sport dove questo trauma è più frequente sono il calcio, il basket, la pallavolo e la corsa. La motivazione di tanta frequenza va ricercata soprattutto sia nell’anatomia di questa articolazione su cui pesa sia l’intero peso corporeo, sia sui i movimenti che tale articolazione permette.
Le distorsioni di caviglia possono essere divise sostanzialmente in due gruppi ed associate a fratture ossee nei casi più gravi:
Come ho già accennato, questo trauma avviene per lo più durante le attività sportive, ma voglio ricordare anche alcuni fattori predisponenti che possono aumentare le probabilità di distorsione:
Il meccanismo distorsivo determina un danno ai tessuti, muscoli e soprattutto alle strutture legamentose che, in base all’entità del movimento, possono solo allungarsi (distrazione) oppure rompersi (lesione completa o parziale). Proprio per questo, i traumi distorsivi vengono suddivisi in tre categorie in base alla loro gravità:
Ma quali sono i segni e i sintomi di questa famosa distorsione?
In base al meccanismo distorsivo e alla gravità del fatto, i sintomi possono essere poco lievi o altamente invalidanti; vi elenco i più importati:
Da tenere in considerazione il fatto che se si ha un trauma in inversione, spesse volte non solo si forma un edema / ematoma sulla parte esterna, ma anche sulla parte interna si crea un trauma compressivo intra-articolare che diventa sintomatico in un secondo momento. Ciò accade in quanto esternamente avviene un allungamento delle strutture, mentre internamente una compressione anomala dei tessuti con possibilità di danni.
Il mio consiglio dopo qualsiasi tipo di distorsione è quello di indagare con una lastra e un’ecografia la reale entità del danno, al fine di programmare il miglior trattamento fisioterapico nel più breve tempo possibile. Molto importante la tempista: se la lastra può essere fatta anche subito dopo l’evento traumatico, per quanto riguarda l’ecografia è fondamentale attendere almeno 72 ore dall’incidente al fine che l’esame possa valutare con efficacia la reale entità del danno ai tessuti.
Attenzione anche a cosa succede alla vostra caviglia dopo l’incidente: se notate un ematoma veramente eccessivo, andate immediatamente in Pronto Soccorso! Il sangue dovrà essere aspirato con una siringa in quanto danneggia la cartilagine articolare.
Quando posso tornare a giocare a calcio? Quando posso tornare a correre o andare in bicicletta? Queste sono le classiche domande che mi vengono poste più spesso. Come è facile intuire, i tempi di guarigione sono legati sia la grado della lesione, ma anche ad altri fattori non meno importanti, ne elenco alcuni:
Come notate esistono diverse variabili che ci allontanano dal dare una risposta certa. In linea di massima, seguendo un corretto programma di riabilitazione, posso affermare che per un recupero funzionale completo possono trascorrere circa 3 settimane per le lesioni di 1° grado, un mese/mese e mezzo per una lesione di 2° grado, fino ai 3 mesi per una lesione totale di 3° grado. Il trattamento deve seguire i tempi di guarigione fissati dai processi di riparazione biologica e deve essere rispettato in tutte le fasi senza dimenticare come finalità le reali esigenze del paziente.
In ogni caso, qualunque sia il tipo di lesione, il protocollo che vede sempre essere applicato fin dal momento stesso del trauma è il cosiddetto “Protocollo PRICEMM”, dove PRICEMM è un acronimo in inglese che sta per “Protezione, Riposo, Ghiaccio, Compressione, Elevazione, Terapie Mediche e Strumentali”.
Al contrario di quello che si è sempre pensato, la parte interessata alla lesione deve essere immobilizzata il meno tempo possibile.
Contattare subito un fisioterapista per iniziare un ciclo di terapie fisiche come Laser ad alta potenza, Tecar e Ultrasuoni già nell’arco delle 24/48 h successive al trauma è un’ottima soluzione per ridurre in modo considerevole infiammazione, dolore, edema e favorire i processi riparativi dei tessuti. Per citare una frase a molti di voi familiare “bisogna evitare che si formi la gomma!” che altro non è in realtà che un edema organizzato molto ostico da drenare in futuro.
Escludendo la fase iniziale, la fase acuta, le cui modalità di approccio sono uguali, non si può stilare né un trattamento fisioterapico unico e globale per tutte le distorsioni né una tempistica di guarigione in quanto le modalità di riabilitazione variano sia a seconda della loro gravità, ma anche dell’obiettivo finale che deve raggiungere il paziente (un calciatore professionista avrà un iter e degli obiettivi diversi dalla semplice casalinga che si è infortunata inciampando sulle scale).
In ogni caso, il percorso fisioterapico può avvenire generalmente secondo i seguenti passaggi:
E il ghiaccio posso metterlo? Certo che sì! Nella fase acuta, a distanza quindi di circa 5-7 giorni dall’evento traumatico, 3/4 applicazioni di ghiaccio di 20 minuti l’una spalmate durante tutta la giornata possono aiutare a ridurre il gonfiore e il dolore. Non andate oltre a queste indicazioni o rischiate di ottenere l’effetto opposto! Inoltre, nelle lesioni di II grado e tassativamente di III grado è consigliato l’utilizzo momentaneo di stampelle al fine di evitare carichi eccessivi e lasciare il più possibile a riposo la parte.
Vi invito a non sottovalutare affatto questo tipo di infortunio e di eseguire una corretta riabilitazione fin da subito. Se non trattata a dovere, le recidive causa forte instabilità e mancanza di sicurezza sono molto frequenti arrivando anche nei casi più importanti ad inciampare e cadere mentre si fa una semplice passeggiata.
Se volete prenotare una prima visita di valutazione e comprendere meglio il percorso fisioterapico più adatto alla vostra situazione clinica contattatemi chiamando il numero 3473034660. Sarò felice di aiutarvi e di rispondere alle vostre domande.