La cervicalgia è uno dei più diffusi disturbi muscolo-scheletrici, colpisce prevalentemente le donne in un rapporto di 9:1 rispetto gli uomini ed è la seconda causa di assenza dal lavoro dopo la lombalgia. Il dolore è una delle componenti fondamentali delle cervicalgie e può persistere per mesi o addirittura anni. L’approccio fisioterapico ha come obiettivo di ridurre il dolore e l’infiammazione della zona interessata (terapie fisiche e strumentali) per poi passare ad un approccio di tipo manuale (stretching, massaggi decontratturanti, pompage cervicale, manipolazioni manuali articolari, esercizi di rinforzo, ecc...
Il trauma del colpo di frusta solitamente si manifesta a seguito di un incidente automobilistico. Oltre al classico collare a fascia che si riceve in Pronto Soccorso, è fondamentale un’immediata attività riabilitativa. Al contrario di quello che viene spiegato in Ospedale, consiglio di iniziare un delicato approccio fisioterapico subito nei giorni successivi al trauma pur indossando il collare. Se la zona cervicale è fortemente dolente, infiammata e contratta la prima fase del trattamento consisterà in un approccio con terapie fisiche e strumentali che rappresentano delle ottime soluzioni antinfiammatorie e antidolorifiche.
La cosiddetta “Lombalgia” (comunemente chiamata “mal di schiena”) è sostanzialmente un insieme di segni clinici caratterizzato da dolore, contrattura muscolare e rigidità localizzata tra il margine inferiore dell’arcata costale e l’inizio delle pieghe glutee. Non esiste un trattamento globale per pazienti affetti da lombalgia. Come linee guida generali posso affermare che, durante la fase iniziale, il primo scopo è quello di alleviare l’infiammazione e la sintomatologia dolorosa che il paziente prova. Delle ottime soluzioni sono dei cicli di terapie fisiche e strumentali quali Laser di Potenza, Tecar e Ultrasuoni.